Seven nights to Rock in San Siro

Come tutti si aspettavano, anche la seconda data del The River Tour in quel di San Siro è stata emozionante, travolgente, adrenalinica: altre 34 canzoni per 3 ore e mezza di musica da far venire la pelle d’oca e lasciare un ricordo indelebile nei 60 mila accorsi martedì – molti dei quali al loro bis dopo domenica – per un’altra festa nel nome del Re del rock e della sua band.

Scaletta a parte, sono state sufficienti tre canzoni in tre precisi momenti del concerto per dare a questa seconda tappa italiana del The River Tour un sapore speciale – Meet me in the City, Prove it All Night e Bobby Jean -, tre canzoni per dare l’idea di come Springsteen abbia voluto rendere epica anche la seconda serata di Milano e confermare ai più scettici – se al mondo ne esistono ancora quando si parla di lui – che non si è assistito ad una copia del concerto di domenica, che ogni suo concerto è un’opera d’arte a sé che non ammette alcun paragone con i concerti precedenti, perché ogni concerto del Boss è qualcosa di straordinario, di unico, anche a distanza di pochi giorni.

Si parte quindi con Meet me in city, outtake di The River che per la prima volta viene eseguita da Springsteen in Europa – e guarda caso a Milano – in occasione del Tour, un outtake, come decine di altri outtake che avrebbe potuto vedere la luce con i primi album e diventare un grande successo 30 anni fa, se non fosse stato per quella cura quasi maniacale del Boss nel creare le set list dei suoi album. E quando sul “one, two, three, four and one, two, three, four” partano le prime inconfondibili note di Meet me in the City è chiaro che questa sera ci sarà da ballare, cantare, urlare e sudare per diverse ore.

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Arriva così, subito dopo, Prove it All Night che non veniva eseguita a San Siro dal 2008 (primo concerto e “battesimo” springsteeniano del sottoscritto), ultima volta di Clarence Clemmons sul palco dello stadio milanese, una delle più belle canzoni d’amore dell’universo Springsteeniano – forse la più bella – che ci piace pensare sia stata eseguita martedì non per puro caso (anche perché con Bruce nulla è lasciato al caso) ma per volere rinnovare, come i protagonisti della canzone, un amore reciproco, quello del Boss per Milano e il suo pubblico, una canzone d’amore cantata da un ragazzo di 67 anni per la città che 31 anni fa lo ha accolto a braccia aperte e che da allora lo ha sempre amato, giurandogli incondizionata fedeltà, una città che adesso ribadisce il proprio amore cantando a squarciagola ogni singolo verso e lasciandosi trasportare senza compromessi, non un amore semplicemente cantato ma un amore vero, reale (ancora nitida l’immagine della coreografia del 2013 che recava la scritta gigantesca “Our Love is Real”), non un amore come quelli che si vivono soltanto nei sogni ma un amore che diventa realtà, vissuto intensamente dal vivo attraverso una lunga notte di rock’n’roll (“But if dreams came true oh, wouldn’t thet be nice, but this ain’t no dream we’re living through tonight”).

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Seguono tutti gli altri successi, aspettati e non, di cui 17 non eseguiti domenica sera, tra cui Roulette (altro outtake di The River), Rosalita, Fire, Mary’s Place (questi ultimi grazie agli immancabili cartelloni esposti dai fan ammassati nelle prime file del pit) e Streets of fire. E ancora The Ties that Bind, Sherry Darling, Spirit in the Night, Badlands, Backstreets che apre il bis; segue l’immancabile carrellata di canzoni che mandano come sempre in delirio il pubblico di ogni età facendolo scatenare e saltare senza sosta nonostante la tarda ora: Born to run, Seven night to rock di Moon Mullican in pieno stile rockabilly (giusto per celebrare il settimo concerto a San Siro e continuare a ballare euforici), Dancing in the dark (questa volta tra i fortunati scelti per salire sul palco c’è un ragazzino al settimo cielo che chiedeva al Boss “Can i play the guitar with yuo?”), Tenth Avenue Freeze-Out e Shout durante la quale Bruce trova il tempo di scherzare inscenando uno svenimento con tanto di intervento di due barellieri, uno dei quali il promoter e amico Claudio Trotta.

Si conclude quindi con Bobby Jean che arriva, è proprio il caso di dirlo, a sorpresa subito dopo un’interminabile Shout che, in teoria, avrebbe dovuto segnare la fine del concerto, prima di congedare la E Street Band e restare da solo sul palco per un ultimissimo intimo saluto al suo pubblico preferito (come aveva urlato appena 48 ore prima) con This Hard Land.

E invece, il Boss ci stupisce ancora, come solo lui sa fare: terminata Shout eccolo eseguire fulmineo il cambio di chitarra elettrica e partire con Bobby Jean che scaraventa ancora una volta, l’ultima, San Siro in un gigantesco coro e in un sincrono ondeggiare di mani che danno vita ad una coreografia che avvolge tutto lo stadio: l’effetto è da pelle d’oca e testimonia la partecipazione e il coinvolgimento di chiunque fosse presente a San Siro.

Springsteen si lancia così in Bobby Jean con grande lucidità e freschezza come se il concerto fosse appena iniziato, una Bobby Jean che ha il sapore di un addio e di un ringraziamento per questa ultima sera piena di emozioni, perchè terminato il concerto le strade del Boss e del suo pubblico milanese si separeranno, ancora una volta, come accade ai protagonisti della canzone; ma in un gioco di richiami e rimandi alla storia della canzone (che altro non è se non quella vera tra Bruce e il suo amico fraterno, compagno di avventure Steve Van Zadt), l’addio contenuto in Bobby Jean cela un arrivederci e la speranza di rivedersi presto nuovamente, magari in questo stadio, la speranza che un giorno quella stesse strade potranno incrociarsi nuovamente e vivere così nuove fantastiche emozioni. Con un pizzico di nostalgia che pervade un pubblico mai stanco, arriva inevitabile il momento di “separarsi”, così nel ribadire con l’ultima strofa della canzone che il suo pubblico gli mancherà, gli augura buona fortuna e buon viaggio (“But just to say I miss you baby, good luck goodbye, Bobby Jean”). E di certo Il Boss mancherà tremendamente al suo pubblico.

Set List

Meet me in the city
Prove it all night
Roulette
The ties that bind
Sherry darling
Spirits in the night
Rosalita
Fire
Something in the night
Hungry heart
Out in the street
Mary’s place
Death to my home town
The river
Racing in the street
Cadillac ranch
The promised land
I’m a rocker
Lonesome day
Darlington country
The price you pay
Because the night
Streets of fire
The rising
Badlands

BIS:
Backstreets
Born to run
Seven nights to rock
Dancing in the dark
Tenth Avenue freeze-out
Shout
Bobby Jean
This hard land

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