31 anni di Born in the Usa

Sono passati esattamente 31 anni da quell’indimenticabile 21 giugno 1985, data storica per il rock nostrano e non che segna l’esordio in Italia di Bruce Springsteen e della sua E Street Band, il primo di 5 straordinari concerti a San Siro (allora ancora privo del suo terzo anello, costruito in seguito per i mondiali di calcio del 1990) gremito da circa 65 mila persone alle quali si aggiungono i circa 100 mila al parco di Trenno piazzati davanti al megaschermo allestito per l’occasione per soddisfare una richiesta di circa 200 mila biglietti.

Il primo di 5 fantastici concerti nella Scala del Calcio (a breve saranno 7), quello che consacrerà l’amore di Bruce per l’Italia e per Milano, l’amore dei fan italiani per questo ragazzo venuto dal New Jersey, diventato un mito ed entrato a pieno titolo nell’Olimpo degli dei del rock proprio grazie a Born in the Usa (pubblicato un anno prima, il 4 giugno 1984), il primo di 5 fantastici concerti ad entrare nel cuore del pubblico italiano ma anche in quello di Bruce che lo considererà, ancora 30 anni dopo, come uno dei suoi migliori concerti di sempre.

bruce san siro

E altrettanto indimenticabile è stato lo scorso 3 giugno 2013, data dell’ultimo concerto del nostro eroe a San Siro, in occasione del quale Bruce, per ricordare quella fantastica sera d’estate del 1985, ha omaggiato il suo popolo accorso da ogni parte d’Italia (e dall’estero) cimentandosi nell’esecuzione di tutto Born in the Usa.

Mancano meno di 2 settimane al ritorno di Bruce in Italia, con il suo sesto concerto a San Siro, e fare previsioni su quello che canterà, su quello che ci regalerà è praticamente impossibile. L’unica certezza è che, ora come 31 anni fa, sarà un concerto indimenticabile, un concerto fiume, uno di quei concerti che entrerà di diritto nella storia del rock, ma prima ancora nel cuore di tutti i presenti – fan storici e dell’ultima ora – e nel cuore dello stesso Bruce; uno di quei concerti che il nostro intramontabile eroe americano inserirà nella lista dei concerti più belli e indimenticabili della sua quarantennale, e speriamo ancora lunga, carriera.

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